Dall’originale Letters to Malcolm, è un libro pubblicato postumo, nel 1964, l’anno dopo la morte di Lewis.
Si tratta dell’ultimo libro di Lewis, che egli ha scritto per il fatto di aver visto molti libri sulla preghiera che giudicava: ottimi, per religiosi e credenti di una certa esperienza; poco interessanti invece per quel laicato che da poco si affaccia al mondo della fede e la cui vita di preghiera è ancora agli albori. Comincia a scrivere quest’opera ai primi degli anni ’50. Desiste, poi, probabilmente perché non riteneva di essere ancora pronto abbastanza. Di quel tentativo ci resta un manoscritto di 45 pagine. Nei primi paragrafi, spiega che l’unico motivo che lo ha spinto a scrivere un libro sulla preghiera è la speranza di poter aiutare chi, come lui, è agli inizi e chiede, più che al professore, al suo compagno di banco, una spiegazione pratica e più diretta sugli immancabili dubbi che vive chi non ha ancora esperienza.
Si rivela un’impresa ardua. Generalmente, quel che è oggetto dei suoi libri esce di getto dalla sua testa, quasi direttamente sul foglio. In questo lavoro, invece, tutto sembra più difficile. Spesso è costretto a riscrivere lo stesso paragrafo e con un gran numero di correzioni.
Nella primavera del 1963, dieci anni dopo, Lewis ha la giusta illuminazione. Cambia forma. Non più un trattato sulla preghiera, ma una serie di lettere indirizzate ad un amico immaginario di nome Malcolm. Con piccoli aggiustamenti, egli ottiene risultati sorprendenti e nell’aprile del 1963 finisce di scrivere il libro.
La critica del tempo accoglie l’opera con grande entusiasmo. Allo stesso tempo, con sconcertante anticipato sentire, pensa sia quella l’ultima sua opera, l’ultima pennellata, il saluto prima del commiato definitivo. Gli osservatori, l’intero mondo della cultura pensano sia quello l’ultimo, il definitivo contributo all’apologetica più interessante e coinvolgente del suo tempo. Qualcuno disse: “Solo il demonio Screwtape sarà contento di sapere che Mr. Lewis ha finalmente scritto la sua ultima lettera!”
Lettere a Malcolm comprende 22 lettere sulla preghiera. Malcolm è immaginato come un vecchio amico, che ha una moglie che si chiama Betty ed un figlio di nome George. La fiction che il libro regala è resa ancor più umana, credibile poiché all’esordio i due amici, in modo del tutto informale, cominciano scegliendo il tema da trattare nelle loro lettere, e lo fanno scegliendo la preghiera.