Dal 1939 al 1954, insieme a un gruppo di professori universitari, Lewis e Tolkien hanno l’abitudine di ritrovarsi ogni martedì sera all’Eagle and Child, un pub di Oxford. Sono gli “Inklings” un circolo letterario molto informale, che ama parlare di filosofia e poesie. Il significato del termine “Inklings” ha origine dalla parola “ink”, in inglese inchiostro; ma in inglese il termine “inkling” significa anche indizio. Quindi gli “Inklings” sarebbero coloro che si dilettano a seguire degli indizi, delle idee attraverso i loro scritti appena abbozzati. La nascita di questo gruppo ha inizialmente preso ispirazione da uno studente dello University College che, intorno al 1930, ha cominciato a riunire altri studenti nelle stanze del college per condividere poemi e ed altri lavori di loro composizione. Anche Tolkien ha fondato un circolo letterario col nome di “Coalbiters”, che si riunisce per leggere le saghe dei miti del nord e studiare il loro linguaggio. Proprio in quella sede prende piede Silmarillion, opera di Tolkien che unisce la sua eccellente capacità di filologo alla sua passione di storie mitiche del nord. Un giorno, Lewis invita Tolkien nella sua stanza, dopo una riunione dei “Coalbiters”, ed è così che i due scoprono una reciproca intesa ed una profonda passione per la letteratura, una passione che esercita un forte richiamo su coloro che saranno i nuovi “Inklings”.
Il gruppo di amici che trascorrevano lunghe ore in conversazione a volte nelle stanze di Lewis al Magdalene College o più spesso nel pub del centro di Oxford chiamato Eagle and Child (l’aquila e il bambino) che gli Inklings denominarono più familiarmente Bird and baby (l’uccello e il bambino) diventò un vero e proprio laboratorio artistico, dove le produzioni di ciascuno venivano lette ad alta voce agli altri. Era un circolo di poeti, di letterati fuori moda e di cristiani convinti assolutamente informale, senza regole, cariche, ordini del giorno o elezioni, e si era ammessi senza alcuna formalità. L’unica legge che vigeva nel gruppo era quella dell’amicizia, il fondamento sul quale per anni si resse questo sodalizio umano.
Quest’amicizia fa certamente progredire in Lewis e Tolkien la passione per le storie mitiche e soprattutto il desiderio di scriverne di proprio pugno per condividerle in quella particolare assemblea di romantici al pub. E in quella sede, capita a volte di poter ascoltare preziose anticipazioni come quelle di opere del calibro di Il signore degli anelli, Le lettere di Berlicche e Le cronache di Narnia.
Della cerchia di amici fa parte anche Warnie Lewis che, dopo il suo congedo del 1932, raggiunge Jack presso la sua dimora di “The Kilns” a Oxford, insieme alla signora Janie Moore. Altri amici che si uniscono a Lewis e Tolkien come membri del gruppo sono successivamente Owen Barfield, Hugo Dyson, il dottor Robert Havard, Nevill Coghill e Charles Wrenn. Col tempo vi sono nuovi ingressi: il più significativo è certamente quello di Charles Williams, con cui Lewis stringe un legame fortissimo, a volte anche a scapito di quello con Tolkien.
Williams non era un accademico, a differenza di molti degli Inklings: si era trasferito da Londra a Oxford per lavorare in campo editoriale alla University Press. Lewis e Williams si incontrarono e ne nacque immediatamente una grande stima reciproca e una profonda amicizia, che non coinvolse, se non marginalmente, Tolkien. C’era qualcosa nel brillante e raffinato intellettuale londinese che allarmò Tolkien: l’interesse per l’esoterismo, che lo aveva portato anni prima ad aderire alla Golden Dawn, una società iniziatica frequentata da altri scrittori come il premio Nobel William Butler Yeats, ma anche da personaggi luciferini come Aleister Crowley. Una realtà, quella del male, con la quale, come Tolkien aveva già suggerito alla pubblicazione delle Lettere di Berlicche, non era possibile scherzare né venire ad alcun compromesso.
Charles Williams, pubblica diversi romanzi di successo, spesso a carattere fantastico o simbolico, e muore prematuramente nel 1945. La sua scomparsa provoca in Lewis un senso di grande sconforto per la perdita di quella che era ormai diventata un’amicizia irrinunciabile. Williams risveglia in Lewis l’amore per il mito celtico, per quello arturiano e per il mistero del Graal. Così lo ricorda, in modo molto equilibrato, Tolkien:
Ho conosciuto bene Charles Williams nei suoi ultimi anni: un po’ grazie alla buona abitudine di Lewis di scrivere agli autori che gli piacciono (il che ci ha messi entrambi in contatto con Williams); e soprattutto per il colpo di fortuna in mezzo a tanti disastri per cui Williams durante la guerra venne trasferito ad Oxford. Ma non penso proprio che ci siamo influenzati a vicenda! Troppo “determinati” e troppo diversi. Entrambi abbiamo ascoltato (nell’appartamento di C. S. L.) lunghi e ampiamente incomprensibili frammenti delle nostre opere letti ad alta voce; perché C. S. L. (uomo meraviglioso) sembrava in grado di apprezzarci tutti e due. Ma penso che ognuno di noi abbia trovato la mente dell’altro (o piuttosto il modo di esprimersi, e l’atmosfera) altrettanto impenetrabile quando espressa in forma letteraria, quanto la trovavamo piacevole quando conversavamo.
Tra gli “Inklings”, gli argomenti politici e religiosi non sono certamente banditi e, col tempo, la presenza cattolica cresce considerevolmente: Tolkien, suo figlio Christopher, il domenicano Padre Gervase Mathews, James Dundas-Grant ed altri ancora. Tra questi, si affaccia alla porta degli “Inklings” anche un altro interessante personaggio: Roy Campbell (1901-1957), poeta e avventuriero, nato in Sudafrica da famiglia protestante proveniente dall’Ulster, ma poi divenuto cattolico in Spagna, durante la guerra civile. Lewis, di sentimenti antifranchisti, lo attacca violentemente scrivendo a proposito delle sue poesie su una rivista di Oxford. Campbell viene in licenza proprio ad Oxford per incontrare Lewis, ma mentre Tolkien lo accoglie con entusiasmo, Lewis lo affronta in modo aggressivo e così Campbell rimane fuori da quella molto caratteristica cerchia intellettuale.