MENU

...Home... ...C.S. Lewis... ...the Inklings... ...Bibliografia...

giovedì 8 aprile 2010

Il grande divorzio

In inglese The great divorce: a dream, è un libro di fantasia che tratta di paradiso ed inferno, e che ci parla delle realtà escatologiche dal punto di vista lewisiano.

Già nella prefazione del libro, Lewis prende le distanze dall’opera di William Blake, The marriage of Heaven and Hell, ove l’autore sostiene la possibilità di un compromesso tra questi due mondi così differenti o addirittura opposti. Egli afferma categoricamente che questo non è possibile, poiché noi non viviamo in un mondo dove tutte le strade si incontrano, ma dove ogni strada arriva sempre ad un bivio, e poi ad un altro, e poi ad un altro ancora; dove ognuno è chiamato a scegliere o l’una o l’altra strada. Non si può accettare il paradiso e trattenere anche una singola parte di inferno: la scelta è radicale.

Nel riproporre la trama dell’opera si segue la divisione per capitoli del libro stesso:

Capitolo I: Lewis si trova nella “città grigia”, attendendo in fila l’arrivo dell’autobus, mentre altri stanno litigando animatamente. Arrivato il coloratissimo mezzo, tutti salgono a bordo.

Capitolo II: sull’autobus Lewis parla con qualcuno a proposito della “città grigia”, luogo sempre più in espansione, tanto che molti ci mettono secoli prima di arrivare alla stazione.

Capitolo III: giunti a destinazione, tutti scendono dall’autobus in un paese con un bel prato dove essi però appaiono trasparenti e l’erba non si piega sotto i loro piedi. Essi sono dei fantasmi e quando viene loro incontro gente del posto, essi sentono la terra tremare. Essi sono ben concreti, solidi e visibili.

Capitolo IV: Lewis assiste ad una discussione tra una persona del posto ed un uomo robusto che sedeva sull’autobus, il quale non intende cedere a nessuna delle proposte dell’altro, poiché egli dice di avere i suoi diritti.

Capitolo V: segue quindi una discussione tra Dick, un pastore, e un vescovo anglicano che proviene dalla “città grigia”. Dick cerca di fargli comprendere come la “città grigia” non sia altro che l’inferno, oppure il purgatorio se decide di non tornarci. Il vescovo invece rimprovera al pastore di avere delle idee molto letterali a proposito dell’inferno e del paradiso che non dovrebbero, secondo lui, intendersi in senso stretto. Dick cerca allora di farlo ragionare, ma il Vescovo, dopo aver espressamente detto di aver rigettato la verità della Risurrezione, decide di tornarsene alla “città grigia” dove potrà scrivere il suo discorso teologico su ciò che Gesù avrebbe detto e fatto se non fosse morto, ma fosse giunto alla piena maturità.

Capitolo VI: un fantasma raccoglie una mela dagli alberi del paradiso e, con enorme fatica, cerca di portarla sull’autobus. Un angelo lo rimprovera: “Pazzo, mettila giù… non vi è posto per essa all’inferno. Resta qui ed impara a mangiare mele simili”. Ma il fantasma continua a trascinare la mela sull’autobus.

Capitolo VII: un altro fantasma insiste con Lewis che gli inviti a restare in paradiso non sono che paragonabili agli annunci pubblicitari per turisti, ma egli non ci sta.

Capitolo VIII: uno spirito cerca di convincere una donna fantasma ad accompagnarla fino alla montagna del paradiso. Ella invece, avvertendo la propria inconsistenza rispetto alla concretezza delle anime del paradiso, non vuole perché dice di provare vergogna tra corpi così “solidi”.

Capitolo IX: così come Dante incontra Virgilio, Lewis incontra George MacDonald che gli fa da guida e risponde alle sue domande: “C’è davvero una via che porta fuori dall’inferno verso il paradiso?” MacDonald risponde che per coloro che lo lasciano è il purgatorio, ma giunti all’inferno lo vedono come paradiso fin dall’inizio. Quelli invece che rimangono lì lo vedono da sempre come l’inferno. L’inferno è come uno stato della mente, mentre il paradiso è la realtà vera e propria: tutto ciò che è reale è paradisiaco.

Milton, in Paradiso perduto, aveva ragione: spesso le anime scelgono l’inferno pensando che “è meglio regnare all’inferno che servire in paradiso”. Ci sono solo due tipi di persone, quelli che dicono a Dio: sia fatta la tua volontà; e quelli a cui Dio dice: sia fatta la tua volontà. Senza una vera decisione personale non sarebbe possibile nessun inferno.

Capitolo X: una donna fantasma vorrebbe che suo marito, che a causa di lei ha avuto un esaurimento nervoso, lasciasse il paradiso per andare con lei.

Capitolo XI: un’altra donna fantasma parla con suo fratello, ormai uno spirito, e gli chiede di poter vedere suo figlio, anche lui in paradiso. Il fratello cerca di farle comprendere il suo essere troppo possessiva e di aver trasformato il sentimento materno in un altro dio. Lewis vede anche un altro uomo, schiavo dei suoi desideri che si sono ora materializzati in una lucertola rossa sulla sua spalla. La lucertola gli sussurra parole insinuanti all’orecchio. Uno spirito gli chiede allora di poter uccidere la lucertola per essere completamente libero. Alla fine il fantasma acconsente, e così egli si trasforma in un corpo grande e luminoso, la lucertola diventa invece un cavallo bianco che lo porta ora verso la montagna del paradiso. Egli, tra quelli sopraggiunti dall’inferno, è l’unico che riesce ad entrare in paradiso.

Capitoli XII e XIII: Lewis vede una processione di spiriti beati in onore di una donna che egli comprende essere Sara Smith di Golders Green. La donna non ebbe figli, ma il suo amore era tale che le procurò tanti figli spirituali che ora la seguono. Sara incontra suo marito Frank, un nano che porta attaccato ad una catena un altro uomo alto e magro. Questi interpreta il ruolo di un vero e proprio attore tragico, ma in effetti egli non è altro se non la parte di Frank che per tutta la vita ha fatto la vittima con sua moglie Sara. Egli continua ancora adesso nella sua drammatica interpretazione diventando man mano sempre più piccolo fino a scomparire del tutto.

Allora Lewis chiede al suo maestro come possa il paradiso gioire se anche solo un’anima va all’inferno? MacDonald risponde che a coloro che rifiutano per se stessi la gioia del paradiso non è permesso di ricattare coloro che invece la scelgono, altrimenti le loro lacrime ingannatrici imporrebbero sul bene la tirannia del male.

E perché, chiede Lewis, Sara non ha seguito suo marito all’inferno? Ella non può, risponde MacDonald, poiché la sua pienezza di paradiso la rende enormemente più grande di tutto l’inferno, e questo, sebbene enorme in se stesso, in relazione al paradiso potrebbe essere inghiottito da una sola farfalla celeste senza arrecarle danno.

Lewis chiede allora se il Signore scenderà ancora all’inferno una seconda volta: MacDonald dice che Egli è sempre presente in ogni momento, e non c’è creatura in prigione che Egli non abbia pregato di uscire.

Tutte le anime hanno la possibilità di scegliere la morte o la vita eterna. Coloro che scelgono ottengono certamente.
Capitolo XIV: MacDonald avverte Lewis che egli sta solo sognando e tutto ciò che vede non può essere capito fino in fondo. Quindi Lewis si sveglia nella sua fredda stanza.