Le lettere di Berlicche
Scritto probabilmente entro il Natale del 1940, Le lettere di Berlicche, in inglese The Screwtape letters, rappresenta l’opera che aprì a Lewis la strada del successo. Nello scriverlo, egli non lo considerava un libro come gli altri, ma il risultato dello sforzo di pensare in modo diabolico la tentazione dell’uomo e di proiettarsi nella mente del demonio Berlicche.
L’opera consta di trentuno lettere scritte dal demonio d’esperienza Berlicche, in inglese Screwtape, in risposta a quelle (che vengono solo immaginate) del più giovane demonio principiante, il nipote Malacoda, in inglese Wormwood. Come tutti i demoni, Malacoda ha ricevuto incarico di occuparsi dell’anima di una persona cui egli si riferisce con l’appellativo di “paziente”. Esponendo il punto di vista dell’inferno e della logica del demonio, l’autore cerca di gettare una luce sul paradiso e sulla logica di Dio. Si presentano eventi apparentemente irrilevanti che, tuttavia, hanno conseguenze enormi nella vita di ogni uomo.[1]
Berlicche suggerisce che il “paziente” non debba approfondire gli argomenti di fede, ma piuttosto deve rimanerne fuori con l’idea che forse essi potrebbero essere semplicemente falsi. Quand’anche egli ricorresse alla preghiera, è questa occasione che si rivela ottima per attaccare, quella in cui Dio (i demoni lo chiamano il Nemico) sembra non rispondere.
Tuttavia il “paziente” diventa cristiano e per Malacoda, che per questo subirà una punizione, le cose si complicano sebbene non siano ancora del tutto perdute. Bisogna lavorare molto creando tra lui e sua madre piccole seccature giornaliere. Se egli insiste con la preghiera, bisogna cercare di renderla vagamente devozionale, allontanando la concentrazione, per evitare l’immediato intervento del Nemico a motivo di essa.
Berlicche rimprovera Malacoda per la sua immotivata soddisfazione per lo scoppio della guerra. In realtà, gli uomini sanno di rischiare la vita e così si possono preparare alla morte. Sarebbe meglio invece che morissero senza preavviso, magari in una costosa casa di cura, dove tutti mentono sul tuo reale stato di salute. Inoltre, è bene che il “paziente” non prenda mai coscienza della reale esistenza dei demoni, né tanto meno di Malacoda che lo segue ad ogni suo passo.
L’anziano demonio scrive al nipote della natura degli uomini: essi sono metà spiriti e metà animali. L’amore di Dio per loro non è mera propaganda, ma davvero egli vuole renderli come Lui è. Per questa ragione è stato proprio Dio a creare il piacere e non il demonio. Tutto ciò che i demoni possono fare è “traviare” la natura dei piaceri, facendoli godere nel tempo, nel modo e nella misura sbagliati e quindi non voluti da Dio.
Malacoda deve convincere il “paziente” che, in realtà, la ricerca della virtù, come anche la sobrietà, la temperanza e la castità, non sono altro che “puritanesimo” esagerato. Potranno invece essere di grande aiuto la gioia ed il divertimento usati in modo errato.
Berlicche, ribadisce che la strada più sicura verso l’inferno è proprio quella che gradualmente porta dai peccati più piccoli e quelli più grandi. Ciò che bisogna evitare maggiormente sono i veri e innocenti piaceri, come anche una semplice passeggiata.
Il “paziente” è diventato umile: per rimediare bisogna dunque cercare di portarlo a credere che vera umiltà sia pensare che i suoi reali talenti non valgono niente.
A proposito del tempo, il Nemico vuole che gli uomini vivano pensando soprattutto al presente. L’inferno vuole che essi vivano continuamente nel futuro, alla ricerca della fine dell’arcobaleno, mai felici, mai realizzati, mai in pace nel momento presente. Berlicche precisa anche che la storia di Satana gettato via dal paradiso sia solo una ridicola invenzione del Nemico.
Berlicche consiglia persino Malacoda su quale possa essere la parrocchia migliore per il “paziente”, individuandone alcune dove i preti fanno più al caso loro.
A proposito del matrimonio, l’inferno vuole che esso sia inteso come il solo “essere innamorati”, senza nulla a che vedere con la fedeltà e l’apertura alla vita. È molto importante sfruttare al meglio le tentazioni sulla sessualità, sia a livello personale, che nei rapporti con le ragazze del vicinato. Il “paziente” è infatti attratto sia da una Venere terrestre che da una infernale. Ma ora, purtroppo, egli si è innamorato di una cristiana.
Bisogna evitare che il “paziente” muoia in guerra ucciso da una bomba. Egli deve invece affrontare la vita, il decadimento degli amori e delle speranze: questo potrà essere terreno favorevole per dannarlo. Per questo, sopraggiunta la guerra e i bombardamenti dei tedeschi, bisogna spingere il paziente verso la codardia. Ma purtroppo, il “paziente” rimane ucciso, e prima di morire egli ha la chiara percezione di ciò che è successo, la visione di Malacoda e la stessa visione di Dio.
Il brindisi di Berlicche
Nonostante le innumerevoli esortazioni, Lewis non volle mai scrivere altre “lettere di Berlicche”, e neppure il corrispettivo di quello che sarebbero potute essere altre lettere di consigli tra angeli. “La semplice esposizione di consigli non sarebbe andata bene: ogni frase avrebbe dovuto adorare il paradiso.” afferma Lewis. Questo perché, dice lo scrittore: “Per quanto fosse facile immedesimarsi nell’atteggiamento diabolico, non era una cosa divertente, e comunque non per molto. Lo sforzo mi dava una specie di crampo spirituale. […] Ancor prima della fine del libro mi aveva quasi soffocato.”
Tuttavia, nel 1959, un invito del The Saturday Evening Post, convinse definitivamente Lewis a scrivere Il brindisi di Berlicche, in inglese Screwtape proposes a toast.
Il testo, molto più breve del precedente, non è che un brindisi che Berlicche propone al pranzo annuale della Scuola Superiore di Tentazione per giovani diavoli. Berlicche, ospite d’onore, si alza per rispondere al brindisi augurale che il Rettore, Dott. Torcibava, ha appena rivolto a tutti gli ospiti.
Berlicche si rivolge quindi ai laureati pronti per la missione di tentazione sulla Terra; egli ricorda come un tempo, prima di quelle che sarebbero state le sue innumerevoli vittorie, anche lui era al loro posto.
Egli si lamenta del cibo, anime umane, per la verità un po’ insipido. È raro poter gustare cibi come Hitler, Enrico VIII, Farinata, tuttavia non ci si può lamentare dell’abbondanza di anime dannate che non manca all’inferno, trionfo dovuto agli eventi del diciannovesimo secolo. L’inferno, egli dice, ha incoraggiato sia il Nazismo, che il Comunismo. Tuttavia, anche la democrazia è un modo per prendere gli uomini per il naso, un sistema politico dove tutti dicono di essere uguali, ma in realtà si tratta solo di una bugia bella e buona. Nondimeno, la scomparsa della democrazia sarebbe salutata favorevolmente dall’inferno.