Dieci anni dopo
Dall’originale inglese After ten years, è un breve racconto incompleto, in cui Lewis racconta la fine della guerra di Troia e l’incontro di Menelao con Elena, la donna più bella del mondo, causa della guerra tra i greci e i troiani, che ora finalmente torna in patria come trofeo di guerra. Lewis mette quindi in atto la tecnica della rilettura di un mito a partire dall’Iliade di Omero e dall’Elena, tragedia di Euripide. In quest’interessante racconto purtroppo incompleto, l’autore descrive tutta la drammaticità dell’incontro tra Menelao ed Elena.
Il racconto comincia presentando la situazione all’interno del cavallo di Troia dal punto di vista di Menelao, detto Biondi Capelli. Decine di soldati, ammassati e tormentati per le membra dolenti e la voglia di aria aperta, ed un tratto sentono il segnale prestabilito per uscire. Ora sono pronti alla battaglia dentro le mura di una città ormai allo sbaraglio. Biondi capelli guida i soldati che ormai fanno strage di troiani e dopo non molto sono già pronti per farsi strada nelle stanze ormai desolate dei principi. Nel loro impeto devastante, essi irrompono in quegli ambienti regali, facendo prigioniere le donne e cercando di stanza in stanza la regina, Elena. E ad un tratto eccola. Menelao, che per tutto il tempo aveva fatto propositi di una crudele vendetta, ora non credeva ai suoi occhi. Ella era lì, seduta con le mani alla conocchia, calma, solenne, seria, ma tremendamente vecchia. Menelao capì che la sua vendetta non aveva più senso, poiché, quella che credevano essere la figlia di Zeus, in realtà, era già stata punita abbastanza dal tempo e dallo specchio. Ora egli non sapeva più cosa fare.
Giunti all’accampamento, Menelao va a dormire: si sarebbe occupato l’indomani del da farsi. Risvegliato dal suo luogotenente, viene informato che mentre tutti greci vogliono sacrificare Elena agli dei, gli spartani, invece, vogliono di nuovo la loro regina sana e salva. Questo dilemma sembra essere cosa ancor più serio per Menelao che ha ricevuto il trono non perché di sangue regale, ma perché sposo della stessa Elena.
L’uomo nato cieco
In inglese The man born blind, è un breve racconto che narra di un uomo di nome Robin che ha appena riacquistato la vista a seguito di un’operazione agli occhi. “Un cieco ha pochi amici; un cieco che abbia da poco ottenuto la vista non ne ha, in certo senso, nessuno”. Questo sembra il paradosso di questa piccola storia, con cui Lewis esprime l’impossibilità per quell’uomo di capire che cosa è veramente “la luce”, quel mito tanto spiegato dai “vedenti” eppure ancora poco definibile, poco comprensibile.
Le terre vaghe
Le terre vaghe, dall’originale inglese The shoddy lands, è un breve e curioso racconto. L’autore narra in prima persona un evento accaduto in mattinata. Durward, vecchio alunno e valido collega di Lewis, si annuncia al telefono per poi spuntare davanti alla porta di Lewis inaspettatamente accompagnato da Peggy, la sua fidanzata. Un po’ disturbato e forse annoiato dalla conversazione, l’autore racconta di aver cominciato a fantasticare. Ad un tratto, estraniato dalla conversazione, si ritrova nel mondo delle terre vaghe: un territorio assai indefinito dove tutto sembra sfocato. Le uniche cose chiare e definite sono i fiori, i negozi di gioielli e quella che a un tratto sembra essere la visione della stessa Peggy, la ragazza di Durward, però rimodellata come fosse una delle ragazze della pubblicità. Mentre Peggy si guarda allo specchio, qualcuno bussa all’esterno: “Bambina, bambina, bambina, fammi entrare prima che faccia notte.”
Ministering angels
Lewis scrisse Ministering angels, traducibile con l’espressione Angeli provvidenti, in risposta all’articolo The day after we land on Mars scritto dal Dr. Robert S. Richardson e pubblicato il 28 maggio del 1955 sul Saturday reviews. Il Dr. Richardson presentava la problematica di una eventuale missione su Marte ove un equipaggio prettamente maschile avrebbe dovuto portare avanti la missione senza il conforto di alcuna presenza femminile. Egli suggeriva quindi di introdurre all’interno delle missioni degli astronauti anche delle gentili e disponibili signorine che tenessero alto il morale della truppa.
La divertente e sarcastica storia di fantascienza di Lewis fu pubblicata nel gennaio del 1958 su Magazine of Fantasy and Science Fiction.
Egli immagina un gruppo di astronauti in missione su Marte sorpresi dall’arrivo inaspettato di un’altra astronave. Insieme ad alcuni colleghi ci sono anche due donne inviate dalla base come volontarie per sollevare il morale degli astronauti su Marte.
Attraverso situazioni sempre più ridicole Lewis dimostra l’assurdità della proposta del Dr. Richardson, espressione di certa psicologia moderna che pensa di dare risposte efficaci a tutti i costi.
Forms of things unknown
Forms of things unknown è un breve racconto tratto da un manoscritto che il maggiore Warren Lewis consegnò a Walter Hooper dopo la morte del fratello. Il testo è stato pubblicato postumo nel 1966.
Nella storia immaginata da Lewis, l’astronauta John Jenkin si offre come volontario per il quarto tentativo di viaggio sulla luna, dopo che i primi tre sono finiti in condizioni misteriose. La sua ragazza lo ha lasciato, ma egli non parte per depressione bensì, egli dice, per curiosità: cosa sarà mai successo agli astronauti che lo hanno preceduto? Non appena giunto sulla luna, tutto sembra normale, finché non vede come dei mostri di pietra, ma poi capisce che essi altro non sono se non i suoi colleghi astronauti pietrificati. Mentre si accinge dunque a comunicare la notizia alla base, qualcosa d’inaspettato conclude sorprendentemente la storia.