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giovedì 8 aprile 2010

Il cristianesimo così com’è

In inglese Mere Christianity, è una delle opere più lucide ed interessanti di Lewis a proposito di ciò che i cristiani credono. Esso non è altro che il risultato, rivisitato e risistemato, di altri tre libri che, originariamente, servirono a Lewis per allestire quattro trasmissioni radiofoniche con la BBC. Il 7 febbraio del 1941, J. W. Welch, direttore del Religious Broadcasting Department della BBC, scrive a Lewis per complimentarsi con lui della sua opera, appena pubblicata, The problem of pain, e per proporgli di partecipare alla sua rubrica radiofonica con qualche intervento a proposito della letteratura cristiana moderna o, meglio, sulla fede cristiana vista dal punto di vista di un laico. Lewis accetta di fare quattro trasmissioni in diretta ogni mercoledì sera, nell’agosto del 1941, dalle 19,45 alle 20,00. La prima serie è intitolata “Giusto” e “Ingiusto”: uno spiraglio sul significato dell’universo, ed ha un enorme successo. Lewis comincia a ricevere, da allora fino alla fine della sua vita, una valanga di corrispondenza, dai complimenti più devoti alle critiche più inclementi.

Lewis tratta, in questa serie, della “legge dell’umana natura”, un tema che gli sta molto a cuore, trattato anche in un altro suo libro successivo The abolition of man.

La seconda serie di trasmissioni, cinque interventi in tutto, è intitolata Che cosa credono i cristiani, ed è trasmessa, in diretta, tra il gennaio e il febbraio del 1942. Lewis aveva mandato il copione in anticipo a Mr. Erick Fenn, assistente di Mr. Welch per la trasmissione, il quale così risponde:


Finalmente ho trovato il tempo di leggere il suo copione. Penso che sia proprio di prima classe: davvero non so quando ho mai letto qualcosa del genere. C’è in esso una chiarezza tanto inesorabile che mi ha fatto positivamente restare senza fiato.

Nella trasmissione dell’11 gennaio 1942, Lewis comincia con una introduzione successivamente omessa nella pubblicazione scritta di qualche tempo dopo. Egli specifica le sue intenzioni e spiega come sia avvenuto il confronto tra le diverse chiese cristiane:

Quando ho finito i testi, li ho mandati a varie persone, esperte delle rispettive chiese: un teologo anglicano, un cattolico, un presbiteriano, ed un metodista. L’anglicano e il presbiteriano condivisero il testo per intero. Il cattolico ed il metodista lo condivisero per la maggior parte, con una o due modifiche. Ecco quindi le carte sul tavolo.

Ciò che sto per dire non è esattamente quello che queste persone direbbero; ma la gran parte di esso è ciò su cui tutti i cristiani sono d’accordo. E la principale ragione per cui non ho potuto modificarlo perché tutti potessero condividerlo totalmente, è che mi sono concessi solo 15 minuti per ogni trasmissione. Questo non permette di fare distinzioni troppo sottili. Bisogna piuttosto andare avanti come un elefante in una gioielleria, non ne esci vivo.

Il teologo anglicano era probabilmente Austin Farrer, amico di Lewis. Il cattolico era Don Bede Griffiths, il metodista era il Rev. Joseph Dowell, mentre Eric Fenn, lo stesso assistente della BBC, era il presbiteriano.

In questa seconda serie, Lewis afferma che, se sei cristiano, non devi pensare che tutte le altre religioni siano tutte sbagliate: infatti, ci possono essere in tutte dei riflessi di verità. Il nostro impegno è quello di scegliere il bene, sapendo che il male non è una forza indipendente, e il demonio non è un dio, ma solo il capo dei ribelli e noi siamo nella parte di universo occupato da loro. Dio ci crea liberi: un mondo di robot forse non varrebbe la pena crearlo; e per salvarci dal nostro peccato si incarna nella nostra natura e offre la sua vita di innocente.

Fa parte di questa serie il celebre passaggio in cui Lewis nega che Cristo possa in alcun modo considerarsi solo un grande maestro morale:

Sto cercando, qui, di impedire che qualcuno pronunci la frase sciocca che spesso si sente ripetere su di Lui: “Sono pronto ad accettare Gesù come grande maestro morale, ma non accetto la sua affermazione di essere Dio”. Questa è proprio la cosa che non bisogna dire. Un uomo che fosse soltanto un uomo e dicesse le cose che diceva Gesù non sarebbe un grande maestro morale. Sarebbe un pazzo […] oppure sarebbe il diavolo in persona. Dobbiamo fare la nostra scelta. O quest’uomo era, ed è, il Figlio di Dio; o altrimenti era un folle o peggio ancora. Possiamo rinchiuderlo come pazzo, possiamo coprirlo di sputi ed ucciderlo come demonio; o possiamo cadere ai suoi piedi e chiamarlo Signore e Dio. Ma non ce ne usciamo con condiscendenti assurdità sul suo essere un grande maestro umano. Gesù non ci ha lasciato questa scappatoia. Non ha voluto lasciarcela.

La terza serie fu intitolata Comportamento cristiano, ed andò in onda per otto domeniche di seguito, dal 20 settembre all’8 novembre, dalle 14,50 alle 15,00.

I cristiani credono nella vita eterna di tutti gli esseri umani, ecco perché essi sono così importanti e da amare come se stessi. Partendo da questa affermazione, Lewis parla, in questa serie, delle virtù cardinali, della morale sociale, della psicoanalisi e della morale sessuale fino al matrimonio cristiano. Lewis continua poi a trattare del perdono e di quello che chiama “il grande peccato”, cioè l’orgoglio: il peccato che viene direttamente dall’inferno. Egli conclude quindi parlando delle virtù teologali: partendo dalla Carità, poi della speranza e, in ultimo, della fede.

La quarta serie, intitolata Al di là della personalità, fu trasmessa tutti i martedì sera, dal 22 febbraio al 4 aprile del 1944. Purtroppo la BBC impose come orario le 22,20 e, con buona pace di Lewis, per niente soddisfatto, le trasmissioni furono registrate.

In questa serie Lewis tratta di quelli che egli chiama i primi passi verso la dottrina della Trinità. Si riporta un passo significativo:

Noi non siamo generati da Dio, siamo solamente creati da Lui: nel nostro stato naturale non siamo figli di Dio, siamo soltanto (per così dire) delle statue. Non abbiamo Zoé, la vita spirituale: abbiamo soltanto Bios, la vita biologica destinata in breve tempo a deperire e a spegnersi. Ebbene, ecco cosa ci offre il cristianesimo: di giungere, se lasciamo fare a Dio, a partecipare della vita di Cristo. Saremo allora partecipi di una vita che è stata generata, non creata, che è sempre esistita ed esisterà sempre. Cristo è il Figlio di Dio. Se partecipiamo di questo tipo di vita saremo anche noi figlio di Dio. Ameremo il Padre come Egli Lo ama, e lo Spirito Santo sorgerà in noi. Dio è venuto in questo mondo e si è fatto uomo per dare ad altri uomini il tipo di vita che è Suo. […] Ogni cristiano deve diventare un piccolo Cristo. Diventare cristiani non ha altro scopo che questo.

Il 18 luglio del 1942, il The Tablet, storico giornale inglese, fondato nel 1840, in un articolo non firmato della rubrica “books of the week”, affermava che mai si era letto un libro così chiaro e ben organizzato sui temi più scottanti di apologetica cristiana:

I dons di Oxford raramente hanno il dono di rendersi immediatamente intelligibili e piacevoli per il pubblico della strada. Ma Mr. C. S. Lewis che ha già mostrato nei suoi ammirevoli e diffusi libri di apologetica, The problem of pain e The Screwtape letters, come colpire le menti di lettori seri, dà prova al microfono di saper altrettanto rivolgersi ad un vasto audience popolare.

L’anno successivo, è Robert Speaight, nel numero del 26 giugno del 1943 di The Tablet, a scrivere ancora per rendere il suo plauso e confermare il grandioso successo comunicativo di Lewis:

Mr. Lewis è un raro esempio di uomo nato per la radio. Perfetto sia per la maniera che per la materia trattata. […] Egli ti raggiunge direttamente per persuadere con l’uso della ragione. Egli è sicuro di sé, ma anche umile nel suo professare la fede e la verità. Lo aiuta una voce di grande fascino ed uno stile che manifesta sincerità.

Ne Il cristianesimo così com’è, ancora una volta, emerge lo spessore della grande personalità di Lewis, ora non solo sottile e profondo pensatore, ma anche sapiente comunicatore di massa, attraverso l’ausilio del potente mezzo della radio.