La storia, narrata in prima persona da Lewis stesso che fa parte di essa come personaggio secondario, comincia presentando cinque uomini che s’incontrano nelle stanze del Dottor Orfieu in un college di Cambridge.
Nello studio di Orfieu, insieme a lui eravamo in quattro. Scudamour, il più giovane della compagnia, era lì in quanto assistente di Orfieu. MacPhee richiamato da Manchester perché riconosciuto da tutti noi come un incorreggibile scettico, ed Orfieu pensava che se si convinceva lui, il mondo degli intellettuali non avrebbe più avuto scuse per non crederci. Ransom, l’uomo pallido con una sfumatura verde sui suoi grigi occhi stanchi, era lì per la ragione opposta: poiché era stato l’eroe, o la vittima, di una delle più strane avventure che fossero mai accadute ad uomo mortale. Io ero stato immischiato in quell’affare (la storia è raccontata in un altro libro) ed era a Ransom che dovevo la mia presenza nel gruppo di Orfieu.
Ha inizio una discussione sul viaggio nel tempo e sull’impossibilità per il corpo di occupare allo stesso tempo due differenti posti. Poi Orfieu presenta ai suoi amici il cronoscopio, uno strumento che farebbe pensare, a prima vista, ad un proiettore da cinema e che permette di visualizzare su uno schermo immagini di altri tempi o luoghi sconosciuti. I convenuti seggono e cominciano a vedere l’interno di una torre oscura dove c’è uomo dall’aspetto strano e bizzarro. L’uomo aveva l’aspetto di un unicorno.
Col tempo essi comprendono che la torre oscura di quello che chiamano “l’altro mondo” corrisponderebbe a quella che è, nel loro mondo, la nuova biblioteca universitaria appena costruita. Nelle immagini l’uomo con l’unicorno comincia a praticare qualcosa di tanto inverosimile quanto inspiegabile: egli comincia ad infilzare sulla schiena altri uomini che vengono scelti per questa strana “operazione”, dopo cui essi appaiono profondamente diversi, quasi dei robot, svuotati del loro spirito vitale di prima.
Orfieu ed i suoi amici, sempre più incuriositi ed intrigati dalle immagini visualizzate, cominciano a studiare quel mondo con maggiore attenzione. Essi si danno il turno anche di notte per non perdere alcun passaggio dello schermo luminoso e, ad un certo punto, con grande sconcerto di tutti, essi vedono nel cronoscopio l’esatta copia dello stesso Scudamour, segretario di Orfieu. Il ragazzo, vede nel cronoscopio che il suo sosia sviluppa anch’egli un unicorno sulla sua fronte, pronto ora a colpire altri uomini e donne scelti per questo rituale. Ma, ad un tratto, succede qualcosa di tremendo, Camilla Bembridge, la stessa fidanzata del giovane Scudamour, entra in scena per essere la prossima vittima di quell’essere mostruoso. A tale vista, il già troppo sconvolto segretario perde il controllo di sé, avventandosi sul cronoscopio stesso. L’attrezzo del tempo è distrutto, ma ora tutti si rendono conto che, inspiegabilmente, i due Scudamour hanno scambiato le loro identità. E così il giovane segretario si ritrova dinanzi ad una Camilla diversa, forse migliore di quella che egli conosceva e che lo ama di un amore più dolce e profondo di quanto non facesse quella di prima.
Capisce di rappresentare una sorta di autorità in quel mondo così strano e sconosciuto dove, in seguito, riesce ad entrare nella libreria della torre oscura ricca di lavori scientifici e storici. Egli comprende che gli uomini di quel mondo godono dell’immortalità e della possibilità di scambiare il loro posto con quello di coloro che stanno nel nostro mondo. Scudamour si chiede se questo sia capitato a Camilla, ma proprio a questo punto il manoscritto s’interrompe.