Eustachio Scrubb e Jill Pole sono due infelici compagni della 'Sperimentale', la loro scuola mal organizzata e confusionaria, sempre sottoposti alle immotivate prepotenze di alcuni bulli, definiti i 'quelli', e desiderosi di avventure e libertà.
Jill Pole, in particolare, è una bambina sempre vittima di prese in giro e triste per la sua sorte ingiusta: la sua vita cambia quando approfondisce la sua amicizia con il compagno Eustachio che le racconterà il suo viaggio con i suoi cugini (i fratelli Edmund e Lucy Pevensie) in un mondo fantastico chiamato Narnia. Subito entrambi desiderano di poterci andare e l'occasione ideale si presenta quando, impegnati in una disperata fuga dalle grinfie di 'quelli', riescono ad aprire un portone che dava sulle colline fuori dall'istituto e si ritrovano inaspettatamente a Narnia.
Esplorando in poco tempo quel particolare luogo, assai diverso da come ricordava Eustachio...
« ... Jill vide alberi di dimensioni gigantesche crescere in ogni direzione: sembravano cedri ma erano molto più grandi, e dal momento che non c'era sottobosco e quindi non crescevano uno accanto all'altro, le piante non impedivano ai due ragazzi di vedere lontano, nella foresta e anche più in là. Fin dove poteva arrivare, lo sguardo di Jill vedeva sempre lo stesso paesaggio: terra erbosa e lussureggiante, uccelli con le piume gialle, azzurro vivo o blu scuro. E il vuoto... in fondo non c'erano alberi ma solo il cielo azzurro sconfinato. »
... i due si ritrovano sull'orlo di un profondissimo precipizio, che sembrava essere situato in cima ad un'enorme montagna. Per errore o per spavento, il povero Eustachio precipita e cade, ma sembra che uno strano soffio gli rallenti la caduta e lo faccia planare fino ai piedi del monte.
La giovane Jill Pole, poi, già presa dallo sconforto e dalla disperazione è vittima di uno strano incontro con uno spaventoso enorme leone dall'aspetto severissimo e potente. Dopo averlo visto allontanare, Jill lo ritrova sulla sponda di un ruscello e lì farà la conoscenza del leone Aslan, signore e creatore di Narnia. Egli le assegnerà il compito importantissimo di ritrovare e salvare Rilian, giovane figlio del re di Narnia, scomparso e dato per morto, inoltre le indicherà i quattro segni che le permetteranno di portarlo a termine assieme all'amico Eustachio, il quale era stato salvato dai suoi soffi magici che l'avevano condotto direttamente a Cair Paravel.
Come il principe Rilian scomparve
In una mattina di maggio, il giovane erede al regno di Narnia, quando era ancora un cavaliere, si recò insieme alla regina, sua madre, ed alcuni paggi, cortigiane ed ospiti al nord per una gita di piacere. Il mattino tutti i partecipanti si fermarono in una radura dove sorgeva una fonte naturale per mangiare e bere a sazietà, mentre il pomeriggio, siccome la regina si era addormentata, dopo averla spostata in un luogo più comodo e tranquillo, si recarono più in lontananza per proseguire i festeggiamenti senza disturbarla.
All’improvviso, però, un serpente enorme uscì dalla boscaglia silenziosamente e morse alla mano la regina, la quale urlò spaventosamente attirando l’attenzione del principe Rilian, dei cortigiani e degli ospiti, che subito accorsero da lei per aiutarla. Il giovane cavaliere rincorse la bestia, ma invano, e tornò al capezzale della madre. La corte aveva cercato di rianimarla, ma senza successo e Rilian stesso, alla prima occhiata, capì che nessun medico avrebbe potuto aiutarla. Egli restò dalla madre fino al suo ultimo istante di vita, nel quale cercò di percepire le sue ultime parole, ma senza capirle.
La dura morte fu pianta a lungo e dopo qualche tempo Rilian si spinse nuovamente sui sentieri verso il nord a caccia del serpente velenoso e della sua vendetta. Giorno dopo giorno, il principe faceva ritorno a Cair Paravel sempre più demoralizzato e stanco e neppure dopo un mese dalla tragedia, alcuni incominciarono a notare dei cambiamenti nel giovane: qualcuno sosteneva che aveva negli occhi lo sguardo di chi avesse le visioni e il fatto che egli restasse sempre più spesso nella foresta e che vi tornasse sempre più tardi e meno affaticato rendeva tutto più strano.
Una sera il più caro dei consiglieri ed amici del re, Drinian, chiese al principe di poterlo accompagnare il giorno seguente in una delle sue battute di caccia, incuriosito dal comportamento del giovane e preoccupato per ciò che faceva durante le sue spedizioni. Rilian acconsentì e il mattino seguente i due si avviarono verso il nord e la mattina si fermarono nella radura della fonte, luogo nel quale la regina aveva spirato. Il principe sosteneva che in quel luogo egli avesse visto la creatura più bella del mondo. In effetti, puntale a mezzogiorno, la creatura comparve ed era in assoluto la più bella mai vista:
« ... Vicino alla fontana c’era una donna dal fascino straordinario. Era alta ed imponente, nella luce del sole cocente sembrava che splendesse e indossava una veste leggera, verde come il veleno. Il principe la fissava inebetito, con lo sguardo di chi ha perduto il senno. Improvvisamente la donna scomparve, lasciando Drinian senza parole. »
Drinian dopo essere tornato a Cair Paravel con Rilian fu certo che quella donna era il Male in persona e si chiese se riferire la sua scoperta al re, col rischio di passare per un chiacchierone che non sa tenere la bocca chiusa, o se tacere. Pur fortemente combattuto nella scelta, preferì non dire nulla. Più tardi se ne pentì molto, perché il giovane principe ripartì per una nuova spedizione, da solo, e quella notte non fece ritorno, e fu costretto a confessare tutto ciò che sapeva al re, il quale, in collera, fu a un passo dall'ucciderlo per poi però perdonarlo, sconfitto ormai dal volere del destino.
« ... Era come se si fosse volatilizzato, non si trovarono nemmeno il cavallo, il cappello e il mantello. Rilian era dissolto nel nulla. »
Il Compito e i Quattro Segni dati da Aslan
Al primo arrivo di Jill Pole a Narnia, ella fa subito la conoscenza del leone Aslan, creatore e protettore di Narnia e del suo popolo.
Egli le assegna un compito importantissimo, il cui esito avrebbe deciso il futuro del regno: ritrovare e ricondurre sano e salvo in patria il principe Rilian, figlio del re Caspian X e futuro erede al trono di Narnia.
« ... nessuno sa dove sia finito e, soprattutto, se sia ancora vivo. Ma io so che vive: ecco, ragazza, ti ordino di cercare il principe scomparso fino a quando sarai riuscita a trovarlo e a riportarlo nella casa del padre. Bada, potresti morire nella missione oppure potresti farcela e tornare nel tuo mondo. »
(Aslan il leone)
Perché Jill potesse portare a termine il compito ordinatole, Aslan le fornisce dei segni che le avrebbe inviato per aiutarla e consigliarla durante la ricerca del principe, nelle terre selvagge del nord. Jill avrebbe dovuto ricordarli alla perfezione e ripeterli più volte durante la giornata per assicurarsi di non dimenticarli, poiché, come sosteneva Aslan, a Narnia le sarebbe stato molto difficile ricordarli e soprattutto riconoscerli, se non li avesse tenuti dentro di sé, pronti a risvegliare il suo istinto. Più tardi nella storia, però, Jill non sarà in grado di ricordare i segni e uno dopo l'altro li mancherà perché impreparata o dimentica del suo compito. Qui di seguito sono riportati i quattro segni che la giovane avrebbe dovuto ricordare:
1. Non appena Eustachio metterà piede a Narnia incontrerà un vecchio e carissimo amico ed egli dovrà andargli incontro e salutarlo.
2. Dovete lasciare Narnia ed avventurarvi verso il nord, fino a quando non vi imbatterete nelle rovine dell'Antica Città dei Giganti.
3. In quella città diroccata abbandonata dai giganti troverete una pietra con alcune iscrizioni, leggetele e seguite alla lettera le istruzioni contenute nel messaggio.
4. Se troverete il principe scomparso, lo riconoscerete perché sarà la prima persona nel corso del vostro viaggio ad implorarvi di fare qualcosa in mio nome, il nome di Aslan.
Riflessioni sui quattro Segni
Jill era la detentrice e responsabile dei quattro segni datile da Aslan come indizi per favorire la ricerca del principe scomparso Rilian. Ma per la poca tempestività, attenzione ed impreparazione, uno dopo l'altro Jill li mancherà, superandoli ciecamente, per poi doverli ripercorrere.
Primo segno
Jill, per pura sfortuna e poca tempestività, oltre che alla disattenzione e al disinteressamento da parte di Eustachio, manca il primo segno, il quale era in assoluto il più chiaro dei quattro.
Eustachio aveva il compito di riconoscere un suo vecchio e carissimo amico (anche se tra la folla raggruppatasi presso la banchina dove era in partenza il veliero del re) ed andargli incontro a salutarlo. In effetti, senza che in principio i due compagni d'avventure se ne rendessero conto, il primo segno era molto esplicito:
Eustachio doveva riconoscere il re Caspian X in procinto di partire dal porto di Cair Paravel. Il re era assai vecchio, circa settant'anni più anziano dall'ultima volta che Eustachio l'aveva incontrato ed aveva vissuto con lui una meravigliosa avventura a bordo del suo stupendo veliero (come narrato nel 5° libro della saga 'Il viaggio del veliero'). Ma Aslan aveva detto bene: l'amico era vecchio e carissimo per Eustachio, solo che non ha fatto in tempo ad accorgersene che già il re era partito.
Secondo segno
In questa "prova", l'unico tra Eustachio, Jill e Pozzanghera a dar retta al proprio istinto è stato il paludrone, il quale sostenne che presso quella collina, ovvero l'Antica Città dei Giganti distrutta che nessuno dei tre aveva riconosciuto, ci fosse qualcosa di strano e che sarebbe stato opportuno esplorarla. Ma era l'unico a voler vedere chiaro in quel luogo misterioso ed insidioso, infatti Jill e Eustachio desideravano ardentemente recarsi al più presto a Harfang, dove erano certi di trovare riparo, cibo, un bel bagno caldo e vestiti asciutti.
A causa della disattenzione e della poca attenzione di Jill nell'allenare la memoria a ricordare i quattro segni di Aslan, i tre superano l'indizio, ovvero la città abbandonata, per poi rendersene conto molto più tardi, quando ormai era stato mancato anche il terzo segno.
Terzo segno
I tre compagni di viaggio verso il nord, Jill, Eustachio e Pozzanghera lo mancano per la fretta dei due bambini di raggiungere la città di Harfang, mentre il paludrone desiderava esplorare la collina che credevano non fosse l'Antica Città dei Giganti. Successivamente a Jill verrà rivelato in sogno da Aslan qual era stato l'indizio: la scritta 'SOTTO DI ME' incisa nell'antica superficie lastricata della città dei giganti, che tutti e tre avevano confuso con una semplice collina.
Più tardi ai tre viaggiatori verrà spiegato dal Cavaliere Silenzioso la reale origine di quel messaggio, il quale all'origine era stato parte di un'incisione molto più vasta che col tempo doveva esser stata modificata o distrutta, l'incisione recitava queste parole, probabilmente commissionate da un antico e potente re gigante:
« Ora, senza trono, giaccio sotto la terra nuda e fredda. Prima, quando la vita mi sorrideva, tutta la terra era sotto di me. »
Quarto segno
Dopo aver mancato i primi tre segni, per diverse cause, Jill, Eustachio e Pozzanghera individuano il quarto e lo risolvono, senza cadere in indugi, paure e tranelli.
Il quarto segno dichiarava che i tre missionari dell'impresa avrebbero riconosciuto il principe scomparso poiché egli sarebbe stato la prima persona, dalla loro partenza da Narnia, che li avrebbe implorati nominando il grande leone Aslan.
Questo segno si dimostra chiaro e diretto a Jill ed ai suoi compagni, ma esso si rivela in una situazione particolare e pericolosa. Mentre il Cavaliere Silenzioso, poi rivelatosi un grande chiacchierone strampalato, racconta ai tre l'incantesimo funesto che lo trasformava in una creatura mostruosa e orribile il momento della mutazione sopraggiunge cogliendo impreparati i tre, che al momento delle preghiere, degli insulti e delle lusinghe del cavaliere gli sentono pronunciare il nome di Aslan e sono costretti, nonostante il terrore e l'insicurezza, a liberarlo a loro rischio e pericolo.
Più tardi il cavaliere, come predetto da Aslan, si rivelerà essere il principe Rilian, il quale non torcerà un capello ai suoi tre salvatori e piuttosto romperà la Sedia d'argento, oggetto magico che per dieci anni l'aveva stordito, confuso, controllato e che aveva soppresso la sua vera personalità.
Parallelismi cristiani
In questo volume Lewis tratta temi quali tentazione, guida, e l'essere discepoli. Una delle scene più memorabili di La sedia d'argento è quella di una lotta mentale tra l'incantatrice e Pozzanghera il paludrone riguardo alla vera natura della realtà.