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giovedì 8 aprile 2010

La mano nuda di Dio

Il libro La mano nuda di Dio, così tradotto dall’originale Miracles, fu pubblicato nel 1947 e tratta di quegli eventi soprannaturali che chiamiamo appunto miracoli.

Lewis si è sempre interessato del tema dei miracoli che egli spesso ha approfondito in sermoni e conferenze precedenti al libro stesso. Questo suo interesse non è certamente motivato dalla futile ricerca del sensazionale, ma dalla più preoccupante constatazione che questi eventi possano diventare sempre più oggetto di uno scetticismo generale.

L’autore parte dalla storia di una donna che, raccontando di aver visto un fantasma, diceva di non credere ai suoi stessi occhi, poiché escludeva categoricamente l’esistenza del soprannaturale sia prima che dopo quell’esperienza. Egli, quindi, ne deduce innanzitutto che vedere non significa affatto credere ed, inoltre, che se l’esperienza immediata non riesce a provare o smentire la presenza del soprannaturale, allora figuriamoci quanto possa riuscirci la storia.

I miracoli non vanno contro natura, anzi, la perfezionano, e a volte Dio, andando oltre quella che chiamiamo “normalità”, decide di sfilarsi il grande guanto della natura e agisce con la Sua mano nuda.

La cosa sorprendente che Lewis constata durante la stesura dei sedici capitoli del libro è che, sebbene si possa inizialmente pensare che tra natura e miracoli ci sia un’intrinseca contraddizione, in realtà egli si rende ben conto che i miracoli non sono altro che un inno, una vera e propria lode alla natura stessa.